domenica 9 agosto 2009

Palinsesto TV

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Qualche considerazione sul palinsesto di una settimana televisiva a caso del 1969 (trovate la scansione delle foto su flickr all'indirizzo soprariportato e potete lasciare anche i vostri commenti.

Nel 1969 vediamo già presente il secondo canale, le cui trasmissioni iniziano però solo in ore serali, la mattina sul nazionale è dedicata a trasmissioni scolastiche, il telegiornale delle 13 e 30 è un'acquisizione recente (1968), poi ancora trasmissioni scolastiche fino alle 17.

Qui una fascia per i più piccoli e poi la Tv dei ragazzi, documentari e rubriche di vario genere fino al telegiornale delle 20 e 30, Carosello alle 20 e 50 (ne parleremo più diffusamente); poi laprogrammazione serale: il classico film del lunedì, una commedia con Cesco Baseggio, il varietà del sabato sera con Caterina Valente, il teleromanzo la domenica (qui il famoso dr. Jekyll con Albertazzi).

Sul secondo, dibattiti su temi di attualità, uno spazio giovani, un secondo film, un po' di sport, un corso di inglese, Nero Wolfe con Tino Buazzelli e Paolo Ferrari e Settevoci con Pippo Baudo la domenica.

Ovviamente le private sono ancora di là da venire (arriveranno nel 1975) e siamo ancora rigorosamente in bianco e nero, la pubblicità è divisa in vari momenti della giornata con brevi spot dai 10 ai 40 secondi, con carosello che fa la parte del leone fino al 1977, quando le TV private ne decreteranno la morte.

Questa soluzione tutta italiana, perciò invisa alle agenzie filoamericane, prevede uno "spettacolino" di un centinaio di secondi e un "codino" pubblicitario di 30 secondi al massimo, per un totale di 2 minuti e 15 secondi moltiplicati per 4, poi 5 prodotti per serata senza mai repliche e a distanza di almeno una settimana l'uno dall'altro.

Questa formula permette una estrema varietà di soluzioni (si pensi adesso quante volte si vede lo stesso spot nel corso della stessa trasmissione) ed è inevitabilmente costosa visto che ogni settimana si deve mettere in cantiere un nuovo spot, il cui costo va a sommarsi ai circa due milioni di lire di allora per l'acquisto dello spazio.

Probabilmente anche per questo si ricorre alla soluzione più economica del cinema di animazione che conosce così la sua stagione migliore fornendo lavoro a diversi studi (Paul Campani a Modena, Guido De Maria a Bologna, Bruno Bozzetto e Toni Pagot a Milano).

Comunque sia, si tratti di animazione o di scenette con attori in carne ed ossa, è indubbio che l'immaginario collettivo italiano si unifica e si rafforza proprio attorno a questi archetipi sotto forma di sigle musicali, locuzioni verbali, situazioni topiche che hanno percorso interamente tutti gli anni '60.

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