sabato 1 agosto 2009

Unità sindacale

Nel dicembre del 1967 CGIL,CISL e UIL si accordano per chiedere unitariamente al governo una riforma pensionistica che preveda, al compimento dei 40 anni di attività lavorativa, una pensione pari all'80% della retribuzione media dell'ultimo triennio e proclamano per questo uno sciopero generale il 15 dicembre.

Sarà il primo di una serie di scioperi generali per una legge che sarà varata il 30 aprile 1969 che vede il sindacato cercare di assumere un ruolo centrale rispetto ai partiti che ormai sembrano invischiati in questioni interne di poco conto di fronte ad una base che chiede di "contare" di più nel paese e che troveranno espressione nel c.d. autunno caldo.

L'autunno caldo per definizione è la realtà di lotte sindacali operaie che si sviluppa a partire dall'autunno del 1969 in Italia. La grande mobilitazione sindacale, figlia del clima politico del Sessantotto, viene determinata dalla scadenza triennale dei contratti di lavoro, in particolar modo relativi alla categoria dei metalmeccanici.

In questo periodo le rivendicazioni salariali spontanee nelle grandi fabbriche si alleano alle agitazioni studentesche che reclamano un generalizzato "diritto allo studio" per tutti gli strati sociali. L'azione combinata del movimento degli studenti e degli operai costrinse il sindacato a recuperare la testa del movimento spontaneo.

I rapporti di forza, le tecniche di sciopero, l'astensione dal lavoro e dallo studio, le occupazioni di fabbriche e scuole coordinate da una nuova coscienza politica e partecipativa permise di formalizzare negli anni successivi conquiste sociali di rilievo, prima fra tutte lo Statuto dei lavoratori.


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